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2021

Reidratare i tessuti – Rilascio Miofasciale – Personal Trainer Firenze

Mantenere i nostri tessuti connettivi ben idratati è estremamente importante, un particolare massaggio chiamato rilascio miofasciale ci può aiutare nel farlo. Fermo restando che la chiave è sempre esercizio, movimento ed allenamento funzionali, questa tecnica è un’ importante alleata e può essere praticata anche da soli, come leggerete di seguito e come mostrato nel video.

Introduzione

L’anatomia in vivo

Nonostante ancora nelle università si insegni anatomia scomponendo e settorializzando il nostro corpo, se vogliamo davvero capire come funziona e come farlo funzionare dobbiamo per forza smettere di riferirci ai cadaveri (poiché è dalle dissezioni sui cadaveri che nascono i testi di anatomia e biomeccanica) ed iniziare a capire come funzioniamo da vivi.

Se non aveste mai visto un fiore dal vivo e se ve lo presentassi ormai morto ed essiccato, capite bene che potrei solo descrivervi lo stato del fiore in quel momento ma questo sarebbe ben lontano da come si presenta lo stesso fiore quando è ancora sulla pianta, in vita e ben idratato, colorato, profumato ecc. Con il corpo umano, anche se in maniera molto meno banale esiste la stessa differenza, ovvero un corpo vivo, con i suoi tessuti innervati ed idratati, con un sistema nervoso e delle connessioni funzionanti, ossigenato, con un cuore che batte, i polmoni che respirano ecc. è totalmente differente dallo stesso corpo privo di vita, e se vogliamo comprendere certi meccanismi, nel nostro caso inerenti il movimento, dobbiamo per forza fare riferimento ad un sistema in vivo.

Il sistema Miofasciale

Se per assurdo potessimo sezionare un corpo mantenendolo vivo e funzionante noteremmo che i nostri muscoli appaiono differenti da quelli di un cadavere, vedremmo che c’è un importante organo che permette ai muscoli di svolgere le le loro funzioni meccaniche che è la cosiddetta Fascia.

La fascia è un intricata ragnatela di tessuto connettivo che nelle sue parti più spesse è ben visibile (pensiamo alle venature bianche di una bistecca) ma che può ridursi e ramificarsi fino a dimensioni microscopiche influenzando ogni singola cellula alla quale è connessa.

La Fascia ha funzioni meccaniche (traducendo in movimento le contrazioni delle cellule muscolari e avvolgendo, contenendo e connettendo ogni parte del nostro corpo), chimiche e sensoriali. Ha caratteristiche plastiche e si modifica in base agli stimoli che riceve (appunto meccanici, chimici, sensoriali). Dato che come ho detto i muscoli realizzano la loro azione meccanica esclusivamente attraverso la fascia si parla di sistema mio-fasciale (mio, dal greco myós = muscolo)

Se volete approfondire le caratteristiche di quest’organo ecco un bel testo: “La PNEI e il sistema miofasciale: la struttura che connette” – Edra edizioni 2017 (autori: M.Chiera, N.Barsotti, D.LAnaro, F.Bottaccioli) a noi quello che interessa sapere adesso al fine di questo argomento è che la fascia per funzionare bene deve essere ben idratata.

Perché manca l’acqua e cosa accade se restiamo a secco?

In tutto il nostro corpo, e così anche nel tessuto fasciale, l’acqua è un elemento essenziale per portare nutrimento alle cellule e rimuovere sostante di scarto, al contrario del sangue però, che viene fatto circolare ovunque grazie al cuore, l’acqua non ha un motore che la spinge, e non ha neppure un circuito come quello costituito da vene e arterie per il sangue. L’acqua si muove fra i tessuti e attraverso di essi gr

azie a delle variazioni di pressione che avvengono a seguito del movimento. Se in una regione del nostro corpo non ci sono queste variazioni di pressione, ovvero se non arriva movimento, l’acqua può ristagnare o essere totalmente assente.

Dato che il tessuto fasciale mantiene le proprie caratteristiche grazie alla presenza dell’acqua, se in una zona del corpo quest’acqua non arriva il tessuto interessato dovrà cambiare se stesso per poter esistere anche senza idratazione e facendo ciò, cambieranno anche le sue caratteristiche chimiche, strutturali, meccaniche, ecc.

Siamo un sistema integrato

Il nostro organismo è un sistema integrato, nel quale cioè ogni cosa vive in  funzione di ogni altra, come un orologio meccanico in cui ogni ingranaggio è indispensabile per far funzionare tutti gli altri. Al contrario dell’orologio però, che può fermarsi in qualunque momento, i nostri sistemi sono “progettati” da madre natura per permettere SEMPRE il mantenimento della vita, perciò se un ingranaggio si guasta, tutto il resto del nostro organismo si adatta per cercare di aggiustarlo o per sostituirne o bypassarne la funzione.

Provate ad immaginare, solo per fare un esempio, ad una persona che svolge il proprio lavoro seduta alla scrivania per 8 ore al giorno, che poi torna a casa e si siede nuovamente a tavola e poi sul divano. Una persona come ce ne sono un’infinità. Lo stare pressoché immobile, per così tanto tempo, genererà in molte zone del tessuto miofasciale (pensiamo ad esempio ai muscoli flessori delle anche, ma non solo quelli) una totale assenza di idratazione, quindi un cambiamento dei tessuti interessati che perderanno le proprie caratteristiche meccaniche e chimiche adattandosi alla nuova funzione che stiamo imponendo loro, ovvero l’immobilità e l’accorciamento. E’ un principio che vale per un sedentario ma anche per chi passa la maggior parte del proprio tempo svolgendo movimenti ripetitivi o lavori faticosi, nei quali alcuni distretti corporei sono quotidianamente sottoposti a grandi volumi o carichi di lavoro.

Finalmente parliamo di massaggio

MFR-MyoFascial Release – Personal Trainer Firenze

Il rilascio miofasciale è un tipo di trattamento/massaggio che può essere praticato sia manualmente o con le braccia che con strumenti di vario genere, sia da un operatore che in modo autonomo, da soli. Ci sono svariate modalità e tecniche e ormai è molto diffuso sia in ambiente sanitario che non. Potete guardare il video di seguito per avere ulteriori spiegazioni e degli esempi di massaggio per poter iniziare anche da soli questa pratica. In seguito verranno pubblicati ulteriori video esplicativi

 

Non è scientifico

Al momento ancora non ci sono dati sufficienti per definire con scientificità la reale utilità di questa pratica ne tantomeno dei protocolli precisi che diano risultati misurati, possiamo soltanto sapere cosa accade ai tessuti quando subiscono MFR e possiamo prendere atto del fatto che sempre più persone e professionisti lo praticano e lo utilizzano abitualmente senza nessuna controindicazione, riferendo al contrario sensazioni di miglioramento o miglioramenti oggettivi sia del dolore che del movimento.

Come lo utilizziamo per idratare

Quando operiamo una pressione sui tessuti, l’acqua presente nel punto di pressione si sposta ed il tessuto, in quella porzione, rimane senza o con poca acqua. Quando però togliamo la pressione l’effetto che si ha non è semplicemente quello di tornare allo stato precedente, avviene piuttosto una sorta di super-compensazione per la quale viene attratta più acqua rispetto a quanta ce n’era prima, almeno sul momento. Proseguendo con il massaggio quindi, nella zona trattata, nel corso delle settimane, si riesce a ripristinare il passaggio di acqua e di conseguenza l’apporto di sostanze nutritive e l’asporto di quelle si scarto.

Tale processo risulta essere di grande aiuto all’esercizio e al movimento funzionale quando si vuole intervenire su delle disfunzioni posturali. Attraverso il movimento infatti andiamo a riattivare i corretti patterns motori e a richiamare in causa quindi distretti mio-fasciali disfunzionali che torneranno a lavorare correttamente, contestualmente tale processo verrà facilitato dal lavoro meccanico attraverso l’ MFR

Come lo utilizziamo nel riscaldamento

Nel mio studio di personal training, a Firenze, ho introdotto la pratica dell’auto-massaggio attraverso rulli, palle ed altri utensili, nella fase di riscaldamento. E’ un eccellente metodo per avvicinare la persona alla fase successiva dell’allenamento e farcela arrivare in condizione di non subire traumi.  il massaggio infatti richiede spesso posizioni in cui le articolazioni ed i tessuti vengono messi in allungamento e mobilizzati, risultando così “caldi” per poter approcciare un successivo maggiore carico. Dedicare 10/15 minuti al rilascio miofasciale prima di ogni sessione non porterà certo incrementi di performance ma di certo, ho potuto notare, riduce il rischio di infortuni e predispone maggiormente al lavoro sia da un punto di vista fisico che mentale.

Utile per “destrutturare”

Una necessità che si manifesta spesso nel trattare ed allenare i miei clienti è quella, come dico io, di farli uscire dal loro personaggio. Cambiare postura e ricostruire movimenti differenti significa infatti che dobbiamo come prima cosa percepire quello che accade abitudinariamente nel nostro corpo (da un punto di vista motorio intendo), e questo non può essere fatto se non provando sensazioni differenti da quelle abituali. Il Massaggio, soprattutto usando alcuni utensili, obbliga il corpo ad uscire dai propri schemi, ci porta a respirare in modo differente, ci mostra reazioni allo stress che solitamente non notiamo, ci fa percepire zone del nostro corpo che silenziamo inconsapevolemente. Oltre ovviamente ai benefici effetti sul tessuto connettivo di cui abbiamo parlato.

Conclusioni

Se è vero che non ci sono ancora sufficienti statistiche per dimostrare quali e quanti effetti ha il rilascio miofasciale, se è vero che non ci sono protocolli scientifici per ottenere determinati risultati, intuitivamente questa pratica risulta essere apprezzabile ed avere svariati aspetti positivi senza controindicazioni.

Personalmente insegno ai miei clienti delle tecniche di auto-massaggio che hanno i molteplici scopi spiegati sopra, e osservo, ormai da diversi anni, che se all’inizio è una pratica per a quale si crea subito una iniziale resistenza (non è comoda, spesso è molto dolorosa inizialmente, non è ben compresa, è faticosa all’inizio, ecc.) che se viene però superata porta notevoli vantaggi in termini di consapevolezza e percezione corporea, di concentrazione, di riduzione del rischio di infortunio, di accelerazione dei programmi di rieducazione funzionale e di allenamento.

Affinché sia più semplice ed immediata da accettare nelle persone è importante iniziare da esercizi molto blandi, che non provochino eccessiva fatica, scomodità o dolore, che permettano di rilassarsi e poter respirare senza blocchi, un paio di questi appunto spiegati in questo video ed altri nei prossimi.

E’ certamente un sistema da praticare coerentemente e con costanza, sia da chi pratica sport o fitness, sia da chi svolge esercizi funzionali volti a migliorare la propria postura.

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